Cecità
di José Saramago
“Cecità è vivere in un mondo dove non vi sia più speranza.”
Ho letto questo libro diversi mesi fa, ma la situazione che viviamo oggi con il Corona virus mi ha fatto ripensare alla storia raccontata da Saramago. Un autore che sa far arrivare i suoi contenuti diritti al cuore, sconvolgendo tutte le consuete regole della punteggiature. In Cecità i vari personaggi vivranno un’esperienza che sconvolgerà le loro vite e il loro essere, un’epidemia che ha inizi proprio dal “paziente zero”. Un automobilista, fermo a un semaforo, all’improvviso si rende conto di essere diventato cieco, di vedere tutto bianco. Viene colpito da una cecità particolare, di cui nessun medico sa dare alcuna spiegazione. Purtroppo non c’è alcuna cura o rimedio e in poco tempo tutta la città viene infettata. Una storia “forte”, coinvolgente e drammatica, che non può non turbare il lettore, perché lo pone difronte alla natura umana, la propria, quando questa viene messa alla prova e come dice lo stesso Saramago “è di questa pasta che siamo fatti, metà di indifferenza e metà di cattiveria”. Ma è altrettanto vero, contestando il duro verdetto dell’autore, che l’essere umano ha anche una buona percentuale di “bontà” da condividere.