Louise Michel, è che il potere è maledetto e per questo io sono anarchica

Recensione di Irene Giorni Carnevale

Fino a qualche tempo fa Louise Michel era per me il nome di una anarchica francese che aveva partecipato alla Comune di Parigi scelto dallo street artist Banksy per battezzare una nave che tragga in salvo i migranti nel Mediterraneo. Ammetto la mia ignoranza, alla quale ho potuto rimediare dopo essermi imbattuta in una bellissima recensione di Francesca de Carolis che parlava del libro “Louise Michel è che il potere è maledetto e per questo io sono anarchica” curato da Anna Maria Farabbi per Al3vie Edizioni. Ho scoperto così una donna bellissima nella sua semplicità e nella sua complessità che si intrecciano tra loro dando vita ad una persona sorprendente.

Leggendo gli scritti di Louise Michel, mirabilmente tradotti da Anna Maria Farabbi, viene fuori il ritratto di una donna che ama la vita sopra ogni cosa e da questo amore trae forza e determinazione per far sì che la vita di tutti sia migliore, per cercare di cancellare ingiustizie e prevaricazioni, storture e mostruosità di una società già allora tarata malamente da sconsiderati comportamenti “umani”. La sua è un’attenzione profonda, condotta attraverso l’osservazione e la critica di atteggiamenti verso le donne, vittime di abusi e soprusi da parte non solo degli uomini, pronti a sfruttarle e a usarle secondo il loro comodo e piacere, ma anche da altre donne senza scrupoli che arrivano a farsi arrestare per reclutare giovani sprovvedute incarcerate che al momento della libertà andranno a ingrassare gli interessi malati di queste maitresse.

Nelle sue analisi Louise Michel è lungimirante, direi quasi profetica, quando ipotizza possibilità di vita diversa per disabili, quando parla di un’istruzione senza divisione per sessi, quando si spende per il rispetto della vita degli animali. E la cosa che salta agli occhi, in questa inebriante cavalcata lungo un’esistenza mitica e rivoluzionaria, nell’accezione più completa del termine, è la totale assenza di paura nell’affrontare qualunque evento, fronteggiando nemici forti, battendosi senza risparmio per le idee in cui crede. Oltre all’assenza di paura, che non è sconsideratezza, ma proprio la certezza di essere nel giusto nel voler cambiare un mondo storto, c’è in lei una grande calma, un senso di pace interiore, forse il germe della giustizia sociale che la anima da sempre e per sempre. Le sue parole sono chiare, senza sdilinquimenti romantici o toni altisonanti, ma non sono fredde, tutt’altro. C’è una grande pietas in ciò che afferma, un sentimento spontaneo e sincero che abbraccia l’umanità con particolare attenzione ai fragili, alle donne di cui delinea la condizione, ma anche il grande patrimonio morale e intellettivo, con parole nette, condannando atteggiamenti maschili già all’epoca deleteri. Il ritratto di una donna moderna o forse senza tempo, con un cuore grande e una mente lucida e splendida che ci ha lasciato un’eredità importante da coltivare e diffondere e che questo bellissimo libro ci consegna in una veste degna del personaggio storico e umano che è e sarà per sempre Louise Michel.